APE e Legge 10
La base della progettazione energetica trova concretezza nell’elaborazione della relazione secondo la Legge 10 e nell’APE da parte del termotecnico.
Nella relazione energetica sono descritti gli aspetti tecnici e costruttivi dell’edificio, delle strutture e degli impianti. Inoltre, sono definite nello specifico le prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico da osservare in fase di costruzione (isolamenti, ponti termici, rendimenti impianti, …).
Il documento specifica le prestazioni e il rendimento energetico del sistema edificio–impianti, considerando anche eventuali contributi provenienti da fonti rinnovabili.
Secondo quanto previsto dal Decreto Legge 63/2013, l’attestato di prestazione energetica (APE) è un documento che contiene le caratteristiche energetiche di un edificio, un’abitazione o un appartamento. Il certificato APE deve essere redatto dai proprietari di un immobile e ne definisce le prestazioni energetiche.
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Perchè occorrono APE e Legge 10?
Quello che sta accadendo ai nostri giorni, soprattutto per le nuove costruzioni, è mirare a costruire edifici che consumano poco o che addirittura possano essere considerati a consumi quasi zero. Un edificio di questo tipo si sviluppa grazie un’efficace progettazione integrata tra contributi tecnici differenti. Lo stabile nasce come prima intuizione dal progettista edile-architettonico, il quale inquadra il progetto per mirare alla realizzazione di un involucro appetibile architettonicamente ed efficiente a livello energetico.
Sulle caratteristiche architettoniche e tecniche dell’involucro oggi si gioca la capacità di un edificio di minimizzare la propria domanda energetica, che sarà possibile soddisfare con energia tratta da fonti rinnovabili. Il termotecnico in questa fase svolge un ruolo fondamentale.
Grazie anche alle evoluzioni normative, il tema dell’efficienza energetica si è imposto in maniera salda e concreta. Questo rende possibile che alcune correnti si pensiero degli “nearly zero energy buildings” si stiano affermando. Lo sfruttamento delle energie rinnovabili, tratte dal solo, ma anche dall’acqua, dal vento e dal terreno, costituisce una risorsa preziosissima in termini di efficienza energetica. Ma questo non può essere il punto di partenza e nemmeno ciò che garantisce il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica del sistema edificio.
Infatti, la produzione di un impianto di risorse rinnovabili può più o meno soddisfare il fabbisogno dello stabile. E’ evidente che più l’edificio dissipa energia e più sarà la parte rinnovabile necessaria. E’ proprio questo il motivo per cui studiare attentamente l’involucro dell’edificio assume un’importanza totale. Un’attenta analisi ed una precisa esecuzione in fase di cantiere sono gli step giusti per garantire il buon funzionamento termico, igrometrico e aeraulico di ciascun edificio.
All’interno di questa panoramica si inseriscono Legge 10 e APE, strumenti necessari e fondamentali per gettare le fondamenta di un edificio in fase di risanamento o di nuova costruzione. Questi due rapporti diventeranno i documenti d’identità dell’edificio per tutti gli aspetti legati all’energia e alle emissioni di CO2.
Serve davvero tutto questo?
Può sembrare tutto molto complesso ma non lo è. Un edificio molto performante a livello energetico e con poche dispersioni termiche non è sinonimo di un’inutile complessità, che si è accanita sul mondo dell’ingegneria dell’edilizia. Il progresso scientifico è fortunatamente una parte fondamentale di ogni disciplina. In questo periodo storico e nel settore dell’edilizia l’orientamento è proprio quello nella direzione del limitare i consumi al minimo a massimizzare il benessere interno ai locali.
Il nostro patrimonio patrimonio edilizio, costruito nel Novecento, avrà bisogno di grandi risanamenti energetici da qui a vent’anni. Troppo spesso, invece, si punta solo all’ottimizzazione energetica delle nuove costruzioni. Occorre tenere presente che un edificio degli anni Settanta ha dispersioni termiche maggiori almeno 10 volte rispetto a quelle di un edificio di ultima generazione. Per questo motivo, se il fine è davvero quello di intervenire pesantemente sulla riduzione delle quote di CO2 da un punto di vista nazionale, occorre puntare su un progetto di risanamento degli stabili esistenti.
Sul portale dell’ENEA vengono fornite tutte le informazioni e vengono caricati tutti i documenti relativi alle pratiche energetiche.